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Grandi stanze

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A volte si rimane in piedi,
ancora appoggiati a quella sedia -
sospesi a un dubitare circa il caso
di restare o di partire. Ci si guarda intorno -
le facce della gente fogli bianchi.

E sai che non c'è scritto niente
che tu non sappia già: parole fitte fitte -
una brutta copia mai rimessa in bella -
eppure c'era il tempo, ieri, ma pioveva.

Allora ti viene da sorridere di tutto -
paure, desideri, aspettative:
appalloccate per il cestino della carta -

e tu te ne stai lì - tra i fogli bianchi
che credono di essere un copione
che può far sussultare un lettore
sprovveduto - ormai non te
che accarezzi piano la spalliera,
alzi la sedia delicatamente,
facendola ruotare su se stessa - dolcemente -
poi ti siedi
senza più bisogno di guardare.

Si fa così,
quando si è entrati nelle grandi stanze.



 Lorena Turri - 15/10/2013 12:25:00 [ leggi altri commenti di Lorena Turri » ]

Mi è piaciuta molto.
Quelle grandi stanze, forse, le conosco e un po’ mi ci perdo.

Con stima,
Lorena

 Giulia Archer - 14/10/2013 19:19:00 [ leggi altri commenti di Giulia Archer » ]

Carissima Cristina, torno dopo lungo tempo e trovo...questa meraviglia, di sensibilità è distacco nel contempo. Sento che hai fatto strada, ti sento dolorosa e serena.

 Marco Giovanni Mario Maggi - 12/10/2013 14:13:00 [ leggi altri commenti di Marco Giovanni Mario Maggi » ]

Le nostre esistenze leggere come fogli di carta, in fondo semplici e dalle pagine già scritte, a volte riscritte e gettate. Ci leggo un sorriso ricco di comprensione per le umane cose. Una poesia particolare per il tuo modo di scrivere: mi è piaciuta molto perché svela una parte di te che tieni che sveli meno. Ciao Cristina

  Cristina Bizzarri - 11/10/2013 19:01:00 [ leggi altri commenti di Cristina Bizzarri » ]

Grazie Fiammetta!

 Fiammetta Lucattini - 11/10/2013 12:27:00 [ leggi altri commenti di Fiammetta Lucattini » ]

Senza problemi mi addentro nel banale aggettivo "bella".
Cari saluti.

  Cristina Bizzarri - 10/10/2013 23:33:00 [ leggi altri commenti di Cristina Bizzarri » ]

Amina: tu riscrivi, estendi ... esprimi nella tua lingua che vede ... quello che solo sentivo.
Loredana: sento molto questa nostra condivisione di una realtà particolarmente delicata, e sicuramente la similitudine della carta viene da quel mio e tuo mondo. Qui volevo sviluppare l’idea di abitare uno spazio mentale che ho paragonato a grandi stanze. Un luogo dove c’è posto per tutti, e dove tutti condividono una situazione terrestre, umana, di attesa. Era più che altro una sensazione - quella di essere, in fondo, gli uni specchio degli altri.
Emilio: hai ragione, mi accorgo di questo passaggio a una maniera meno nebulosa e più diretta. Ma anche l’altra fa parte di me, sono le mie due facce ... che bella questa tua attenzione, la tua presenza incoraggiante e amichevole. Grazie.

 Emilio Capaccio - 10/10/2013 23:08:00 [ leggi altri commenti di Emilio Capaccio » ]

Giudizio estetico: bellissima!
Analisi stilistica: sbaglio o hai ripreso un maggior uso degli articoli e delle preposizioni e hai utilizzato la 2° persona singolare, cosa che raramente fai?
A me piace tantissimo questa forma, questa sorte di dialogo con te stessa ma al contempo con il lettore...ti fa ancora più bella e carica di frutti!

Ciao cara.


 Loredana Savelli - 10/10/2013 18:44:00 [ leggi altri commenti di Loredana Savelli » ]

Chissà perché (anzi lo so) ho immaginato l’ambiente di lavoro (che ci accomuna) coi fogli bianchi "che credono di essere un copione", le parole fitte fitte che non dicono niente di nuovo, le brutte copie buone solo per riempire il cestino della carta (spesso).
A tutta questa inutile burocrazia dei rapporti, sottinteso, tu rispondi con un distacco trasognato, rimani sospesa tra andare e restare, non più sprovveduta, piuttosto oltre i ruoli...
Le grandi stanze sono forse le responsabilità? O le stanze di un potere un po’ ottuso?
L’ho intesa così, ma forse ho travisato, chissà?

 amina - 10/10/2013 18:04:00 [ leggi altri commenti di amina » ]

Così ti ho immaginata
della sedia la spalliera è come il viso, la carezza come un bacio sulla fronte a chi è arrivato, a chi rimane, e quel giro su te stessa fa quasi aria a tutta la Poesia mentre riprendi l’orlo a giorno, il punto Croce delle grandi stanze
Sei magica di dolcezza!

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